argomento appassionante per il sottoscritto..il calcio in tutte le sue forme..e nelle sue molteplici evoluzioni..non ultima quella riguardante il giro soldi/scommesse/trucchi che ,non da poco come ci si vuol far credere, infestano l'ambiente di quello che personalmente ritengo essere tuttora il giuoco (badate bene,non lo SPORT) più bello del mondo..anche se l'autore..un apprezzabile giornalista d'inchiesta inglese..ci prova nell'introduzione a farci pensare che alla fine della lettura nulla potrà essere + come prima riguardo la nostra viscerale passione per il football..personalmente non accade..certo, sotto la buccia c'è del marcio ma la polpa è ancora così gustosa da far venire sempre QUELLA INSANA,PAZZA VOGLIA DI PALLONE..
Annunciato dalla rete come una sorta di anticristo del dio pallone, il libro Calcio Mafia (Rizzoli, 350 pg, • 18,50) dell'inglese Declan Hill è un ottimo lavoro di ricerca e investigazione sul losco mondo delle scommesse che gravita attorno al calcio. Forse, però, non la bomba che molti temevano. Hill è un giornalista investigativo non nuovo alle inchieste ad alto rischio: per la televisione canadese ha realizzato documentari in Kosovo e in Iraq e ha lavorato nelle zone più calde di Kurdistan, Bolivia, India, Turchia e Messico. Anchorman di Cbc e Bbc, insegna a Oxford e ha raccolto numerosi premi, tra i quali l'Amnesty International Best Human Rights Documentary.
L'uscita del libro ha fatto un po' di rumore ma neanche troppo se si considera che una delle ipotesi sostenute da Hill è che la Mafia asiatica abbia manipolato alcune partite dei Mondiali del 2006 per lucrare sul grande business delle scommesse, un giro d'affari che tra puntate legali e clandestine muove fino a 450 miliardi di dollari all'anno. Sotto accusa ci sono le seguenti gare: Italia-Ghana, Inghilterra-Ecuador, Brasile-Ghana, Italia-Ucraina.
Secondo Hill, alcuni giocatori avrebbero accettato denaro per perdere partite comunque scontate nel pronostico dando garanzie ben precise sullo scarto di gol finale, permettendo vincite molto remunerative.
L'invasione della mafia asiatica, partita dal quadrilatero d'oro Kuala Lumpur, Bangkok, Taiwan, Jakarta e paragonata a quella delle locuste, sarebbe inarrestabile. Dall'estremo oriente al resto del pianeta. Questo il risultato di anni di indagini sotto copertura tra i peggiori criminali del mondo. Dalla seconda categoria malese di cricket alla finale della Coppa del Mondo di calcio, non esisterebbe una sola gara, di nessuna disciplina, in nessun paese, al sicuro dalle trame del racket delle scommesse clandestine. La Bundesliga tedesca è un altro esempio del potere dei maneggioni orientali: il protagonista, qui, è un certo Bee Wah Um, malese, condannato dal tribunale di Francoforte a due anni e mezzo di carcere per aver manipolato dieci incontri in Germania e in Austria. Il 26 novembre 2005 puntò 2,8 milioni di euro sulla sconfitta del Kaiserslautern contro l'Hannover: finì 5-1 e lui incassò 2,2 milioni. Uscito di prigione in libertà vigilata, si è dato alla macchia e probabilmente è ancora lì che organizza puntate mirabolanti. Tifoso dell'Arsenal da quando aveva sei anni, Hill dice di amare ancora il calcio ma di non credere più a quello che vede. Ogni volta che guarda una partita, la prima cosa che si chiede è se sia stata aggiustata.
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