il pensiero della sera è questo..è giustizia la condanna a tre anni e sei mesi al "branco" di forze dell'ordine, nell'occasione poliziotti, che il 25 settembre 2005 posero fine alla vita di Federico Aldrovandi con un intervento di tutela dell'ordine pubblico quantomeno vigliacco, incivile e violento???..è giustizia quella che da ogni angolo bercia a favore di ronde e rondelle che schiaccino e respingano l'invasione dei nuovi schiavi???..la paura dell'estraneo, del diverso, del + debole ci renderà sempre + ingiusti e poveri,culturalmente e non..io intanto stanotte mi commuovo con le parole del padre di federico, tratte dal blog chew dal giorno della sua assurda morte cerca la verità e la giustizia http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/
Caro Federico,
è arrivata un poco di giustizia, di rispetto e di dignità, parole grosse e insufficienti, se dette e scritte in assenza di un tuo ritorno.
Il sistema processuale italiano, a garanzia della libertà dei cittadini, prevede che ogni sentenza sia sottoposta ad appello e poi a ricorso per cassazione, ma sono convinto che le basi per quel minimo di giustizia e di rispetto che ti dobbiamo, sono state finalmente poste.
Quanta fatica, quanto sangue nel cuore, quante notti insonni, quanti sguardi al cielo.
Chi ora ha giudicato, ha condannato con certezza: 3 anni e 6 mesi a ciascuno degli imputati.
Le responsabilita’ sono chiare, inequivocabili ed oggettive.
FORLANI PAOLO (1961), SEGATTO MONICA (1964), PONTANI ENZO (1965) POLLASTRI LUCA (1970)
Se non li avessi incontrati , caro Federico oggi avresti 22 anni.
Ora sono colpevoli (notizia estense.com). dopo un lungo calvario ( non il loro come hanno osato lamentare) Quei valori in cui credo, di amore per la vita, di rispetto della legalità, di lealtà, di onestà, sono in parte la proiezione di questa sentenza per quanto accaduto è quella maledetta mattina disumana, vigliacca ed infame, di quell’assurdo 25 settembre 2005.
47 mesi fa (1402 giorni).
Un atto che non ti materializzerà fisicamente purtroppo, per ridarti sogni e speranze, ma che dovrà servire comunque a tenere sempre una luce calda accesa sui cuori delle persone, affinché tutte le componenti di questa nostra società veglino seriamente e con responsabilità, sulle azioni di chi veste una divisa indegnamente, fino al più alto in grado.
Io in quei 4 individui, colpevoli di averti ucciso, non ho mai visto la Polizia.
Mio padre Carabiniere mi ha insegnato nella sua lunga vita, ad amare le divise, ad amare quello che rappresentano per i cittadini, ad avere fiducia. Ma dentro quelle diviseci può essere di tutto.
La vera Polizia, quella con dei valori, vicino ai propri cittadini, alle proprie famiglie è ben altra cosa.
La legge deve essere uguale per tutti.
Cosa chiedo ora ?
Ritengo che quei 4 individui non abbiano arrecato del male solo a te Federico ma all’immagine dello Stato e di chi ogni giorno, con ogni divisa, in silenzio, mette a repentaglio la propria vita per la sicurezza di tutti noi.
Dallo Stato ora mi aspetto, anche se un po’ in ritardo (1402 giorni), provvedimenti severissimi che fino ad ora non sono mai stati presi nei confronti delle tante persone coinvolte in questa orribile e disgustosa storia.
La nostra è stata, in questo faticoso cammino, solo una richiesta di Verità e Giustizia per un figlio, ma anche per un’intera generazione
Concludo con la parte finale di un racconto scritto e dedicato a te Federico da una delle tante persone eccezionali che a noi si sono avvicinate e che dimostra, rappresentando tra l’altro una divisa, che dentro quella divisa c’è anche un’anima ed un cuore grande.
In questo racconto Federico finirebbe così:
“Ora il mio cuore, che si era fermato inesorabilmente nella polvere e nell’oscurità di quella notte, ha ripreso a battere nel petto ci chi, adulto, ragazzo, operaio, magistrato, poliziotto, casalinga, pensionato, studente, insomma chiunque, anche solo per un istante, si è commosso per me”.
Lino