La mia fu Baba. La sua Amir, il mio nome.
Ripensandoci ora, credo che le radici di tutto ciò che accadde nell’inverno del 1975 – e di tutto ciò che ne seguì – affondassero già in quelle prime parole…»
La storia parte nell'Afghanistan monarchico, prima dell'occupazione sovietica, descrivendo un paese profondamente diverso da quello che siamo abituati a vedere nei reportage televisivi dei giorni nostri.
Un paese dove ci sono i colori ed i profumi dei fiori che circondano i ragazzi che giocano con gli aquiloni, dove regnano onore, orgoglio e tradizioni, mescolati a formare un tessuto sociale complesso e basato su classi sociali, ma dove comunque l'amicizia di due ragazzi, il figlio di un ricco esponente dell'alta società di Kabul ed il suo giovane servo, si cementa diventando un legame pressochè indissolubile... Fino al primo degli sconvolgenti avvenimenti che fanno del libro un'altalena di emozioni che l'autore trasmette con semplicità e rapidità a volte disarmanti.
La storia continua in America, attraversando gli anni ed i legami che restano all'interno della comuniità afghana emigrata, ma il passato ritorna bruscamente a pretendere il proprio dazio: inizia così un crescendo di rivelazioni che invitano il lettore a divorare le pagine... Caldamente consigliato !
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..vendutissimo..ma a quanto pare...davvero bello..brao paulù..
RispondiEliminavisto che ho già letto un libro che tu mi hai consigliato, mi fido, caio
RispondiEliminaGran libro! tra poco mi sparo il secondo..."Mille splendidi soli"....
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