..un film pop..sulla politica e gli ultimi 30 anni di vita italiana..fresco,veloce..un film a tratti surreale sul reale..magnifiche interpretazioni..toni servillo ormai di una statura imparagonabile ad altri attori della sua generazione..musiche azzeccatissime e coinvolgenti..ci sono almeno 2/3 scene cult che rimarranno nella storia del cinema italiano,tipo l'entrata in scena dei rappresentanti della corrente andreottiana stile western con in sottofondo un fischiettio ritmato e canzonatorio oppure l'unico momento di tenerezza tra il divo giulio e la moglie davanti alla tv che propone il concerto di renatone zero con la sua hit "i migliori anni della nostra vita"...film da vedere e rivedere..e possibilmente su cui riflettere al di la delle risate e degli applausi davvero strameritati..
A Roma, all’alba, quando tutti dormono, c’è un uomo che non dorme.
Quell’uomo si chiama Giulio Andreotti.
Non dorme perché deve lavorare, scrivere libri, fare vita mondana e, in ultima analisi, pregare.
Pacato, sornione, imperscrutabile, Andreotti è il potere in Italia da quattro decenni.
Agli inizi degli anni novanta, senza arroganza e senza umiltà, immobile e sussurrante, ambiguo e rassicurante, avanza inarrestabile verso il settimo mandato come Presidente del Consiglio.
Alla soglia dei settant’anni, Andreotti è un gerontocrate che, equipaggiato come Dio, non teme nessuno e non sa cosa sia il timore reverenziale. Abituato com’è a vedere questo timore dipinto sul viso di tutti i suoi interlocutori. La sua contentezza è asciutta ed impalpabile. La sua contentezza è il potere. Col quale vive in simbiosi. Un potere come piace a lui, fermo ed immutabile da sempre. Dove tutto, battaglie elettorali, stragi terroristiche, accuse infamanti, gli scivola addosso negli anni senza lasciare traccia. Lui resta insensibile ed uguale a se stesso di fronte a tutto.
Fino a quando il contropotere più forte di questo paese, la Mafia, decide di dichiarargli guerra.
Allora le cose cambiano. Anche, forse, per l’inossidabile, enigmatico Andreotti.
Ma, questa è la domanda, cambiano le cose oppure è un’apparenza?
Una cosa è certa: è difficile scalfire Andreotti, l’uomo che, più di tutti noi altri, sa come si sta al mondo.
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