venerdì 26 novembre 2010

...gran cosa il contraddittorio...


Chinasky mi da sempre grande soddisfazione.... :)

Esempi di contraddittorio


 


1. I dati da lei riportati non tengono conto dei miei dati che non tengono conto dei suoi.


2. Lei non dovrebbe quindi tener conto dei suoi dati, perché per tenere conto dei suoi dati deve non tener conto dei miei che dicono che non dovrebbe tener conto dei suoi, e questo vorrebbe dire non tener conto della totalità dei dati, cioè avere un risultato parziale basato su dati parziali, avere una conclusione parziale, e la verità non è mai parziale.


3. Lei ha torto, partiamo da qui.


4. Non è vero come dice lei che non è stato fatto niente per risolvere la situazione e che la situazione non è risolta, è stato fatto molto, invece, e la situazione è risolta, e la dimostrazione sta in questa mia intervista del giugno scorso dove dico che è stato fatto molto per risolvere la situazione e che la situazione è finalmente risolta, il fatto che lei porti come prova che non è stato fatto niente per risolvere la situazione e che la situazione non è risolta la situazione stessa non risolta o immagini della situazione stessa non risolta non significa che non sia stato fatto niente per risolverla e che la situazione non sia effettivamente risolta, ma solo che vuoi due dite così, è la vostra parola contro la mia, la parola sua, che sta dalla sua parte, e della situazione, che, voglio dire, è la situazione, non c’è nessuno che stia dalla parte della situazione più della situazione stessa, è come quando un assassino dice di se stesso “non sono un assassino!”, il giudice mica gli crede solo perché lo dice lui, no? Deve chiamare un testimone super partes, cioè uno che non ha nessun interesse a favorire la situazione risolta dicendo che invece non è risolta, a credere alla situazione risolta quando dice “io non sono risolta!”, un testimone oggettivo, io ad esempio, e che cosa dice questo testimone super partes oggettivo cioè io? Sentiamomi: “Signor super testimone oggettivo, la situazione è risolta?” “Sì, vostro onore, lo è”. Sentito? Questa è democrazia.


5. Bella la vostra democrazia, dove la mia opinione non modifica lo stato delle cose!


6. Mentre i miei dati sono dati di prima mano, prodotti da me medesimo oggi pomeriggio, i suoi dati sono dati di ieri, cioè vecchi, e inoltre di seconda mano, in quanto provengono da altre fonti, che a loro volta li hanno attinti come minimo da una seconda o terza fonte, cioè la situazione alla quale i dati si riferiscono, dunque lei ha dati di seconda o terza mano, dati vecchi di seconda o terza mano che provengono in parte dalle parti in gioco. Io ho invece dati puri, che non tengono conto della verità allestita dalla situazione per influenzare i dati che la riguardano, veda lei se sono preferibili i miei dati o i suoi, anzi no lei è di parte, ci vuole uno che di sicuro non ha interesse a fare il suo interesse, ad esempio io, e io dico che i suoi dati non sono preferibili.


7. Attingere dati dalle situazioni significa avere i dati inquinati dalle situazioni stesse. Non si può ad esempio dire se la situazione è o non è risolta andando a vedere direttamente la situazione nel suo essere, perché la situazione darà una rappresentazione soggettiva di sé dalla quale non si potrà più prescindere. L’unico modo di avere dati puliti e affidabili è chiudersi in una stanza da soli e produrli. Tali sono i miei dati.


8. Sei lei avesse ragione e non torto, saremmo in due ad avere ragione su un dato argomento ma con due posizioni divergenti, e questo non ha senso. Se uno ha torto, l’altro deve avere ragione. O al massimo possiamo avere tutti e due torto. Ne consegue che lei si sbaglia dicendo che la situazione non è risolta e io mi sbaglio dicendo che è risolta. Posso ammetterlo. Il risultato unico e logico di queste premesse è che non c’è nessuna situazione da risolvere o non risolvere, il che vuol dire che di sicuro non c’è una situazione non-risolta, che è quello che io sostengo e non quello che sostiene lei, perciò io ho ragione anche se ho torto, mentre lei ha solo torto.


9. Qui c’è una foto della situazione risolta. Potete inquadrarla? È una foto di nove anni fa. Qui c’è un’altra foto della situazione risolta. È una foto di quindici anni fa. Questo documento del 1145 redatto da un monaco cistercense prova che non c’era nessuna situazione da risolvere, o, per essere precisi, non prova che c’era una situazione da risolvere, dunque la situazione non era non-risolta, dunque era risolta, perché una cosa può essere A o non-A, ma non può essere non-A e contemporaneamente non-non-A, altrimenti non esiste, il che mi sta bene. Nemmeno la bibbia parla di questa situazione da risolvere, infine, e figuriamoci Omero. Tutto questo per dirle che lei sta decidendo la verità dell’affermazione “la situazione non è risolta” basandosi su un lasso di tempo molto ristretto e per di più contiguo al presente istante, cioè cinque o sei anni su tutti gli anni esistiti da quando gli anni esistono, che è come se, per decidere se nella città ci sono più persone con i maglioni verdi o con i maglioni blu, lei si limitasse a controllare quante persone con maglioni verdi o blu ci sono nel suo cortile. E lei ha un maglione verde. Che cosa dovrei pensare? Le cose vanno guardate in modo più ampio, sforzandosi di vedere più in là del proprio maglione. Se tra un milione di anni la situazione sarà risolta e per i milioni di anni precedenti è stata risolta, che importanza può avere se – ma lo dico per ipotesi, visto che non-risolta non è – in questa manciata di istanti cosmici che noi chiamiamo anni o lustri è temporaneamente non-risolta?


10. La domanda che la gente a casa deve porsi è che interesse ha lei a dire che la situazione non è risolta. Che io non risolvo la situazione. L’interesse sta nel fatto che, se la situazione fosse risolta, lei non avrebbe più niente da dire, lei è un professionista del dire che io non risolvo la situazione, è questo il suo lavoro, lo dica ai suoi figli. Che cosa fai papà per vivere? Io per vivere dico che lui non risolve le situazioni da risolvere. Glielo dica. Ammettiamo che la situazione sia davvero non-risolta, cosa che non è, se io la risolvessi lei sarebbe disoccupato, perciò lei teme che io la risolva ed è per questo che insiste tanto sullo scontro situazione risolta-situazione non-risolta, perché così lei pensa che più lei insiste e più io per ripicca non la risolvo, e più non la risolvo più lei ha da dire che non l’ho risolta, cioè più lei ha lavoro, ma io sono intelligente e il gioco l’ho capito e la situazione l’ho risolta, e a questo punto lei avrebbe dovuto dire “be’, il mio lavoro è finito, vado a casa”, ma lei a casa non ci vuole andare, dunque si è detto “be’ ma io posso continuare a dire che la situazione non è risolta anche se lo è, che ne sa la gente a casa?” e così ha fatto, così sta facendo, ma la gente a casa lo ha capito, e infatti ho qui un sondaggio che dice che il cinquantaquattro percento di quelli che sono d’accordo con me è d’accordo con me.


11. Ammettiamo comunque che la situazione non si risolva mai e anzi tenda a peggiorare e a espandersi. A un certo punto la situazione non-risolta, che è una situazione limitata e particolare, che a un occhio poco attento potrebbe apparire un’anomalia, si espanderà e tenderà a diventare la norma. Le anomalie tendono a questo, ad anomalizzare il non-anomalo. Perciò se non facciamo niente per risolvere la situazione e ci limitiamo ad aspettare, tra qualche tempo avremo una situazione non-anomala, anche se diversa. L’anomalia è spesso solo un differente stato delle cose, è una diversità rispetto a una norma, a un’abitudine, ma qui entra in gioco l’evoluzione. Lei si involve mentre io mi evolvo.


12. Lei dice che il dato è in aumento dal 2007 a oggi. Un aumento del 5 percento ogni mese, dal 2007 a oggi, e questo significherebbe che c’è un aumento del 5 percento ogni mese dal 2007 a oggi, un ragionamento che sembra corretto, la gente a casa potrebbe credere che dunque, in base a questo, quello che lei dice è vero, ma io ho qui delle foto che la ritraggono in atteggiamento intimo con una bambina e non vedo traccia del dato di cui parla, prego la regia di mostrarla a casa, perché può darsi che mi sbagli.


13. Non sapevo fosse sua figlia la bambina di cui ho parlato il mese scorso in quella trasmissione televisiva. Mi scuso.


14. Ma questo non prova che il dato da lei fornito sia vero.


15. I dati dimostrano che il settanta percento del sottoscritto è ancora d’accordo con me stesso

2 commenti:

  1. come mai mi pare di ritrovarci dei richiami a certe situazioni attuali ;) ?

    molto, troppo, vero comunque, specialmente dal punto 12 in poi..

    paolone ex ducati

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  2. il punto 3 è il mio preferito!!!!....credo che lo adotterò spesso nelle prossime discussioni..... :)

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