giovedì 9 novembre 2006

...mancano solo 8 mesi...bisogna prepararsi....

cari Dinamici....bisogna prepararsi...mancano solo sei mesi....e vi ricordo che l'evento sarà celebrato di Lunedì...


MASSERIE a Manduria


MASSERIA, PALMENTO E FRANITOIO SORI' 0 SURI'


   Questa masseria è adiacente alla strada che dalla provinciale Manduria-Maruggio porta alla provinciale “Tarantina”; rappresenta il più grosso complesso masserizio del territorio manduriano.


   Attualmente è cinta da un muro a secco, basso, con sopra un reticolato di ferro, fornito di un grande cancello. Non sappiamo se tale muro sia il perimetro originale che cingeva 1a masseria. Il fabbricato è un unico blocco in muratura molto grande, che si sviluppa su due piani. Attualmente esso è in fase di ristrutturazione e risulta modificato all’interno nelle sue parti originali.


   Non mi è stato permesso di vedere tutto il complesso a pianterreno, per motivi di sicurezza. A pianterreno vi sono dei vani, addossati al grosso fabbricato, che non ho potuto visitare. Sicuramente erano gli alloggi delle genti che qui dimoravano e lavoravano, compresi i vani dove si “cagliava” il latte, i “casulari” e qualche magazzino.


   Il grosso fabbricato somiglia ad uno dei tanti palazzi ottocenteschi costruiti nelle vie di Manduria. A pianterreno esso è compo­sto da portici posizionati sul lato ovest della masseria, forniti di sedili e attracchi in pietra dura per i cavalli. Da tali portici si accede ad un vano molto grande con volta a botte. Al centro di questa vi è un foro, attualmente di circa un metro quadrato, chiuso con vetro cemento; originariamente asso era più piccolo. Il custode mi ha informato che tale vano aveva delle mangiatoie nell’interno. Tutto ciò ci fa pensare che questo locale fosse adibi­to a stalla e fornito di vano per la conservazione de1la paglia (“pajara”). Sempre da sotto i portici si accede ad altri vani con volta a stella. Di fianco ai portici vi è un portone di legno: da esso si accede ad un vano che conduce direttamente in un cortile molto ampio. Questo ha “curti” posizionati lungo il lato sud-ovest, per ospitare le centinaia di ovini che dimoravano in questa masse­ria. Nel cortile si affacciano molte finestre e porte. Dallo stesso vano si accede ad una stanza fornita di scala costruita in pietra dura, che porta al primo piano. Esso è composto da una veranda con archi, costruita sul lato sud della masseria e da tredici stanze di cui una fornita di caminetto. I vani hanno volta a stella e botte. Dai comignoli che emergono dai lastrici solari si può dedurre che molte stanze erano fornite di caminetti, attualmente rimossi. Questa parte della masseria, così ampia e ben tenuta, ci testimonia che i proprietari vi dimoravano spesso anche d’inverno.


   Distanti poche centinaia di metri dalla masseria vi sono due “acquaroni”, poco lontani fra loro e di dimensioni diverse. Essi sono collegati da un sistema sotterraneo di canalette, coperto da grossi blocchi. Tale conduttura permette che la cisterna più piccola, posizionata su un terreno leggermente più elevato rispetto alla cisterna più grande, riversi, quando è troppo piena, 1’acqua nella cisterna più grande tramite le canalette. La cistarna più grande è fornita di cinque abbeveratoi in pietra dura e di vasche costruite in muratura per curare la calce.


   Alcuni contadini del posto raccontano che lungo la masseria passava il tratturo della transumanza, che portava nelle folte macchie adiacenti.


   A pochi metri dagli “acquaroni” vi è un altro grosso fabbricato, detto “frantoio Surì”, che ospita anche un palmento. A11’esterno di esso vi sono tre grosse pietre macine in pietra dura, sicuramente appartenute alla vasca di macinazione collocata in esso. Il frantoio e il palmento erano legati alla vita della masseria: infatti, nel frantoio, vi sono delle cisterne che servivano a far fermentare il foraggio per il bestiame che lavorava nella masseria. Al pianterreno di tale fabbricato vi sono i vani che ospitano il palmento: uno grande con volta a stella, dove vi erano le presse per la spremitura dell’uva, ed altri che ospitavano le genti che vi lavoravano, alcuni forniti di caminetto e con volta a stella. Da una porticina si accede ad altri vani, compreso il frantoio scavato per circa tre metri nella roccia. Sulla porticina vi sono le seguenti iscrizioni: “Trappeto R.C. AD I863”. Varcata tale porti­cina, a sinistra, vi è una stanza con volta a stella, in cui vi sono delle grandi vasche, alte circa m.1,60 (di forma quadra m.2x2), in numero di sei circa. Tali contenitori servivano per depositare 1’olio. A destra della porticina vi sono vani adibiti a magazzini con volta a botte. Ancora a destra vi è un corridoio in cui si affiancano più piani, utilizzati come alloggi, con volte a stella.Da una scalinata con larghi gradini, scavata nella roccia, si accede al frantoio; la scalinata ha volta a botte e lungo i muri vi sono due nicchie e un caminetto.


   Il grande vano utilizzato come frantoio è a forma rettangolare con volta a botte. Sono state praticate nella roccia dieci nicchie per ospitare altrettanti torchi, alla “genovese”. Nella roccia è stata cavata anche una mangiatoia alta ed è stato incassato un abbeveratoio in pietra dura: servivano per gli animali che lavorava­no alle macine, oggi rimosse. Lo dimostrano i solchi scavati nella roccia dal bue che, girando intorno alla vasca, metteva in azione le pietre macine per la frantumazione delle olive. Da tale vano si accede in una stanza, in parte scavata nella roccia, in parte in muratura, con volta a botte. In essa vi sono mangiatoie alte.


   Palmento e frantoio Surì sono stati attivi fino alla fine degli anni '60. Contadini del posto raccontano che “lu antu”, capeggiato da “1’antera”, che lavorava nelle terre di pertinenza della masseria, alloggiava in questo grosso fabbricato anche la notte, senza tornare a Manduria, per tutto il periodo della raccolta dell’uva e delle olive.


   Nel territorio della masseria vi è una colombaia di forma tonda, abbellita con merli.


   Masseria, frantoio e palmento Surì, con i loro imponenti fab­bricati, dimostrano quanto in questo luogo la vita agricolo-pasto­rale sia stata presente ed attiva.


Il frantoio, la masseria e il pagamento erano di proprietà di Paolo e Giulio Schiavoni. Come in altre contrade di loro pro­prietà, anche in questo territorio gli Schiavoni hanno delimitato i loro possedimenti con delle colonne costruite in tufi e posizionate lungo i confini.



http://www.mandurianet.it/guidaillustrata/indexguida.php


 


http://www.comunedimanduria.com/


 


a prestissimo...mi raccomando...

3 commenti:

  1. Ragazzi, i miei complimenti. Il Blog non è mai stato così attivo come in questi giorni, almeno da quando ho iniziato a visitarlo io....per la serie voglia di lavorare saltami addosso!!!

    Dinamici in campo, in allenamento, al beer and wine, sul blog...

    Perez (alla faccia di chi odia gli utenti anonimi)

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  2. Ragazzi, i miei complimenti. Il Blog non è mai stato così attivo come in questi giorni, almeno da quando ho iniziato a visitarlo io....per la serie voglia di lavorare saltami addosso!!!

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  3. Ragazzi, i miei complimenti. Il Blog non è mai stato così attivo come in questi giorni, almeno da quando ho iniziato a visitarlo io....per la serie voglia di lavorare saltami addosso!!!

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