sabato 4 aprile 2009

libro del giorno

..solito eterno ed appassionante dilemma..si può considerare letteratura anche il fumetto??..restando in italia vien da pensare ad alcuni nomi..corto maltese..andrea pazienza..nel mondo, will eisner..e chissà quanti altri potrebbero essere citati e che colpevolmente dimentico..è indubbio che l'abitudine letteraria di ognuno di noi nasca con i topolini,gli almancchi, i corrierini..e poi si affini nei tex, alan ford..dylan dog ecc ecc..oppure cessi, come nel mio caso..per poi ,decenni dopo, rimanere favorevolmente impressionato da libri come questo.."LMVDM" di GIPI..e cioè la mia vita disegnata male di colui che ora è universalmente riconosciuto come il miglio fumettista italiano..la miglior biografia che mi sia capitata di leggere ultimamente..le prime 20 pagine..un  capolavoro assoluto..si piange,ci si sbellica dalle risate, si pensa e si ricordano delle cose veramente molto anni 80 provincia italiana style..assolutamente consigliato..con una colonna sonora dei baustelle in sottofondo..un libro, e che libro, che si legge in neanche due ,bellissime,ore..
LMVDM..ed invece della solita trama posto una simpatica intervista all'autore..

Nei tuoi graphic novel racconti sempre di quando eri bambino o ragazzo, perché?
Perché da giovane avevo una sensazione di immortalità che era meravigliosa. In più vivevo per strada, dove succedevano tante cose. A 10 anni, poi, la mia vita è cambiata.
Come, cambiata?
Venivo da una famiglia ricca e sono finito per sbaglio in una scuola di disgraziati, nel quartiere più popolare della mia città, Pisa. Amavo i miei amici poveri e ho passato tutta la giovinezza a cercare di farmi amare allo stesso modo.


Non ci riuscivi?
C’era quella differenza sociale, che non spariva mai: io avevo le spalle parate. Per eliminarla mi sono fatto a pezzetti: rubavo se loro rubavano, picchiavo se loro picchiavano. Ma quando siamo finiti in galera, mio padre ha potuto pagare un avvocato per tirarmi fuori. I loro genitori no.
Dai libri sembra che ti affascini la loro violenza e solo alla fine tu la rifiuti…
Sei affascinato dalle persone forti e violente: io lo ero, non c’è versi. Ti costringono a capire di che cazzo sei fatto. È la parabola del serpente corallo, un serpente velenosissimo. Ce n’è un altro che gli somiglia ma è innocuo: tutti gli animali ne hanno paura lo stesso. È spacciato solo quando arriva un vero serpente corallo.
In LMVDM ritrai un tentativo di stupro a tua sorella: è successo davvero?
Sì, il maniaco entrò in casa nostra, al mare. Io rimasi inchiodato al letto. Mia sorella riuscì a difendersi e a farlo scappare.
Scrivi: “Scoprii tutto quello che un bambino non dovrebbe mai sapere sulla natura degli uomini”. Ti ha cambiato?
Mi sono sentito obbligato a essere uomo in un altro modo. Non sono mai riuscito ad abbordare una ragazza per strada, non ho mai scritto frasi oscene in un bagno.
Però hai disegnato la “malattia della tua virilità”, raccontando di quando stavi male perché non riuscivi a far l’amore…
Una condizione d’inferno: credi di non essere in grado di far felice la persona che ami, anche se non è vero. Camminavo per Parigi e pensavo che tutti i maschi che passavano avrebbero reso la mia fidanzata più felice di quanto potevo io.
E poi?
Poi sono guarito. Ma prima ho iniziato a riflettere sulla virilità. Da dove ti viene questa idea di maschio: dalla tv? Da YouPorn? Dai siti porno dove fanno ginnastica sessuale? Ho ripensato a quello che avevo visto da piccolo. Ne è nato LMVDM. Alla fine ho capito che sono diventato – mio malgrado – un uomo dolce, soprattutto nelle relazioni fisiche.
Per essere una persona dolce, hai fatto un sacco di esperienze estreme, droga e galera comprese…
Ma sono dolce solo in un aspetto della mia vita! Negli altri sono stato anche crudele, egoista, figuriamoci! Ora c’ho il certificato che mi dice anche perché.
Quale certificato?
Sindrome bipolare grave. Sono andato apposta dallo psichiatra.
Perché adesso?
Perché mi è finita l’ennesima storia d’amore, con grande dolore dall’altra parte – e anche da questa. Spero di recuperarla. E mi sono detto: devo fare qualcosa. È stato anche un po’ un sollievo sapere che non sono solo stronzo: sono anche malato.
Un sollievo essere malato?
Mi servirà la prossima volta che avrò il picco negativo – forse una vocina mi dirà: “Gianni, occhio, perché questa roba è una forma influenzale. Basta! Non la far diventare filosofia, non le dare delle ragioni logiche che non ci sono”.
Come fai a raccontare cose così private?
Io credo che la debolezza sia fondamentale per raccontare storie: ti pone in contatto con il lettore. Ti mostri fragile. E gli esseri umani, se si escludono i nazisti e quelli della Lega, sono buoni. Se ti poni in una condizione di avvicinamento fragile, è più facile che ti ascoltino.
È lo stesso modo in cui fai satira…
Non conosco altra maniera. Non ho convinzioni profonde, quindi non posso che lavorare sulla debolezza. Nelle strisce satiriche per Internazionale sul razzismo, io non guardo i razzisti: guardo il razzista che è in me. La mia reazione - di cui mi vergogno - quando incontro tre algerini per la strada. Guardo i miei difetti.
Tua sorella come ha reagito alla “sua” storia?
Le ho fatto leggere il libro prima di pubblicarlo, le ho chiesto se potevo. Mi ha detto sì e mi ha ringraziato perché le ha acceso riflessioni che le erano rimaste nascoste.
Affronti temi fortissimi eppure i tuoi disegni sono pieni di ironia: come fai?
Intanto voglio che la gente si diverta quando legge i miei libri: non sono mica obbligati! Mi danno anche i soldi, no? E poi è che sono toscano.
Cosa vuol dire essere toscano?
Che non prendi mai nulla sul serio.Sei schiavo della battuta, sempre. E sai che ridere è la cosa più bella che può fare un essere umano.

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