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The Good, The Bad And The QueenThe Good, The Bad And The Queen ANNO: 2007 ETICHETTA: Parlophone "Cosa può succedere se Damon Albarn scopre di avere un'anima, e scrive le sue canzoni più emozionanti di sempre?"

il giudizio di indie-rock.it: 9/10

GENERE: post brit-pop. PROTAGONISTI: Damon Albarn (voce, tastiere), 38 anni; Tony Allen (batteria), 66 anni; Paul Simonon (basso), 51 anni; Simon Tong (chitarra), 34 anni. Produce Danger Mouse, 28 anni. SEGNI PARTICOLARI: 'The Good, The Bad And The Queen' è un concept album dedicato a Londra e più in generale alla società britannica di oggi, quella delle bugie sulla guerra in Iraq e degli attentati alla metropolitana. Damon ci ha iniziato a lavorare nel 2004 in Nigeria, ma la forma definitiva il progetto l'ha presa con il coinvolgimento di Paul Simonon, ex bassista dei Clash che non impugnava un basso da 20 anni, e di Danger Mouse, il produttore re mida che sta dietro anche ai Gnarls Barkley e all'ultimo Gorillaz. INGREDIENTI: descritto come il seguito di 'Parklife', musicalmente è il suo opposto. Ma ne è un'autentica continuazione se si pensa che sono passati 13 anni, che Damon non ne ha più 25 ma 38, che all'ottimismo e alla spensieratezza dei 'mid 90s' si è sostituito il cinismo e l'incertezza di oggi. Ne esce quindi un album oscuro, quasi tenebroso, che utilizza sì i canoni stilistici del brit-pop di allora, ma distorcendoli e rendendoli funzionali alla cupezza del disco. Una sorta di decadenza musicale che riflette quella della fu 'Cool Britannia', e probabilmente anche la parabola politica di Tony Blair e del New Labour. L'equivalente musicale di un ipotetico film di Tim Burton su Londra. DENSITA' DI QUALITA': cosa può succedere se Damon Albarn scopre di avere un'anima e scrive le sue canzoni più emozionanti di sempre, se la sessione ritmica è formata da un ex Clash e dal miglior batterista al mondo, se Danger Mouse incide con una raffinatezza che non gli conoscevamo, se Simon Tong si scopre chitarrista dallo stile personale e ispirato, e se tutti questi elementi si combinano in impeccabile equilibrio tra loro, tanto da far sembrare il gruppo essere insieme da anni? Il risultato è un album praticamente perfetto, con una maturità superiore a tutti i dischi dei Blur e dei Gorillaz messi insieme. Canzoni i cui molteplici livelli di lettura si scoprono ascolto dopo ascolto, perché 'The Good, The Bad And The Queen' è tutt'altro che un disco facile. Però 'History Song', 'Northern Whale', 'Herculean', 'Behind The Sun', 'Three Changes', 'Green Fields', la title-track, colgono nel segno, proprio nel centro del petto. VELOCITA': come camminare circospetti in mezzo alla nebbia nei vicoli frequentati da Jack The Ripper. IL TESTO: 'We saw the green fields turn into stone / Such lonely homes', da 'Green Fields'. Damon Albarn è anche un ragazzo della via Gluck. LA DICHIARAZIONE: Damon Albarn: "'The Good, The Bad And The Queen' è una serie di lettere, di storie, di momenti. Non è un lavoro nostalgico sull'essere inglesi. Riguarda più quello che penso dell'essere inglesi oggi." IL SITO: www.thegoodthebadandthequeen.com oppure www.myspace.com/thegoodthebadandthequeen